Il nuovo rapporto ReCommon sulla sicurezza energetica
Lo scorso 18 aprile la ONG ReCommon ha pubblicato il rapporto “Sicurezza energetica per chi?”, in cui vengono raccolte le informazioni relative all’interesse da parte dell’Italia al Gnl.
ReCommon, associazione non profit che si impegna nella lotta contro ogni tipo di abuso di potere, difendendo le persone e l’ambiente da ingiustizie e soprusi, ha appena reso pubblico il rapporto “Sicurezza energetica per chi?”:
Sui crescenti interessi italiani nel business del gas naturale liquefatto (GNL), in particolare di Snam e Intesa Sanpaolo.
Il report è stato presentato dalla ONG lo scorso 18 aprile, all’Università Statale di Milano nell’ambito di un incontro organizzato con Ecologia Politica Milano, Fridays for Future Milano e Statale a Impatto Zero.
Sicurezza energetica per chi?
Dal rapporto appena diffuso da ReCommon si apprende come alcuni soggetti italiani, primi tra tutti Snam e Intesa Sanpaolo abbiano, specialmente negli ultimi anni, investito sempre più nel gas naturale liquefatto (GNL), il quale si ottiene sottoponendo il gas naturale (GN), a diversi processi di depurazione,raffreddamento e condensazione.
Il rapporto pubblicato segue la tratta del GNL dando dettagli sui costi e sugli impatti dei crescenti interessi italiani nel Gnl. Dal report si apprende come Intesa San Paolo abbia ad esempio concesso 500 milioni di dollari di finanziamenti alla società energetica di San Donato Milanese, e come l’Italia sia risultata il sesto importatore globale di GNL statunitense, 14esimo nel periodo 2016-2022.
Si pensi che in Italia solo dagli Stati Uniti negli ultimi sei anni sono arrivate ben 99 navi gasiere (di cui 38 nel solo 2022). E il gas naturale liquefatto viene importato, in maniera sempre più crescente, anche dalla Russia.
La denuncia di ReCommon è chiara: il problema del gas naturale liquefatto è che nasconde violazioni dei diritti umani e pratiche invasive per l’estrazione (come il fracking o la trivellazione orizzontale).
Infatti, chirisce l’associazione:
Il naturale liquefatto arriva via nave da paesi segnati da conflitti e sistematiche violazioni dei diritti umani, come Egitto, Israele, Qatar e Nigeria, o dove gli impatti socio-economici e ambientali dell’estrazione e del trasporto del combustibile fossile sono molto severi, come nel caso degli Stati Uniti.
Per consultare il rapporto completo si rimanda al sito di ReCommon dal quale è possibile scaricare il PDF.