CISP: alla scoperta del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli
Nato nel 1983, il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP) è un’organizzazione della società civile che si occupa principalmente di cooperazione internazionale e che combatte contro l’esclusione sociale. 
L’Organizzazione Non Governativa CISP, quale sede principale si trova a Roma, è oggi presente in 30 paesi ove volontari e cooperanti si occupano di aiuti umanitari e sviluppo.
Dall’Africa all’America Latina, in Asia e in Medio Oriente, ma anche in Europa, l’organizzazione collabora con svariati enti e soggetti con il fine di “Rispondere ai bisogni prioritari e risolvere problemi concreti nel paese e nell’area di azione”, ma non solo.
Nei Paesi dell’Unione Europea il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli promuove:
Iniziative di politica culturale, di promozione della solidarietà internazionale e di valorizzazione del ruolo delle diaspore nello sviluppo dei loro paesi.
Di grande importanza dunque il CISP per il settore della cooperazione internazionale, di cui abbiamo parlato svariate volte sottolineandone la grande importanza.
CISP: informazione, sensibilizzazione e azione
Il CISP rappresenta una delle principali organizzazioni per la cooperazione allo sviluppo ed essenziale oltre ai progetti sul campo è anche lo stimolare alla consapevolezza e alla conoscenza di certi problemi sociali:
Il CISP elabora e produce pubblicazioni e materiali audiovisivi e promuove occasioni d’incontro ed approfondimento per divulgare e informare l’opinione pubblica, sulle esperienze di cooperazione più significative.
Inoltre dal 1997, il CISP ha anche costituito il Cooperation and Development Network (CDN) con sede a Pavia, collaborando con l’Università di Pavia, la Scuola Superiore di Pavia IUSS e altre due ONG.
Nella Dichiarazione d’Intenti e nel Codice di Condotta per i programmi di cooperazione vengono descritti nel dettaglio i valori e gli obiettivi fondamentali del CISP, cui operatori si impegnano a portare avanti ogni giorno dal 1983:
a) il diritto alla sicurezza sociale ed economica intesa come sviluppo di opportunità di reddito, migrazioni, sviluppo e sicurezza alimentare;
b) il diritto alla salute, all’accesso all’acqua e al risanamento ambientale;
c) il diritto al futuro inteso come diritti dell’infanzia, degli adolescenti, dei giovani e la valorizzazione dell’ambiente e delle risorse naturali;
d) il diritto all’assistenza umanitaria cioè emergenza e prima ricostruzione;
e) l’appoggio alle politiche pubbliche per la coesione sociale e la società civile.
