Bandiera ONU per le navi umanitarie: la petizione online

Sul sito change.org è possibile scaricare e firmare la petizione indirizzata al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. L’obiettivo è quello di fare pressione sull’ONU affinché possa riconoscere l’attività umanitaria delle navi ONG che operano nel Mediterraneo dotandole della bandiera ONU, oltre a cancellare la zona Sar libica. 

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Una petizione destinata al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ma non solo. “La bandiera ONU per le navi umanitarie“, è questo il titolo della petizione che è apparsa online sul sito change.org, e che è stata scritta e pubblicata dal Comitato promotore dell’iniziativa, sotto il coordinamento del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli.

L’obiettivo della petizione è quello di fare pressione all’ONU, spingendo le Nazioni Unite a tutelare l’attività delle navi ONG che operano quotidianamente nel Mar Mediterraneo per salvare le vite dei migranti e a proteggere la dignità dei profughi che si mettono in viaggio con la speranza di un futuro migliore. Secondo quanto dichiarato dal Comitato promotore della promozione, sono due le azioni da mettere in atto quanto prima.

Appello all’ONU: cosa fare per le navi ONG?

Secondo quanto si legge nella petizione, “è necessario agire per evitare questa spirale di morte”, alla luce anche delle ultime tragedie che sono avvenute nel Mar Mediterraneo. Nonostante una situazione diventata sempre più drammatica  nel corso degli anni, l’Italia e l’Europa – come riportato nel testo pubblicato su change.org – “continuano ad ostacolare e criminalizzare in tutti i modi chi cerca di soccorrerli (i migranti, ndr)”.

Ecco perché si è resa necessaria la petizione, orientata in particolar modo a richiedere due azioni specifiche:

Dotare le navi ONG della bandiera dell’Onu, per tutelare l’operato delle organizzazioni umanitarie che danno concreta attuazione al dovere di soccorso in mare previsto dalle norme internazionali; cancellare la cosiddetta zona Sar libica, perché la Libia non garantisce alcun porto sicuro, né il rispetto dei diritti umani.

L’appello è rivolto sia all’Onu, sia all’Imo (International Maritime Organization), ovvero le uniche due grandi organizzazioni che possono concretamente cambiare la situazione. Per poter spingere a prendere una decisione, secondo quanto dichiarato dal firmatario e promotore Maurizio del Bufalo – coordinatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli – è necessaria una mobilitazione:

E’ necessario che le tante persone indignate e inorridite per l’assoluto disprezzo della vita mostrato dai governi europei si impegnino in prima persona perché i diritti fondamentali di ogni essere umano vengano rispettati.