Amnesty International scrive all’Italia: cambiare le regole per i salvataggi in mare
Amnesty International ha deciso di scrivere – attraverso un lungo rapporto pubblicato sul proprio sito ufficiale – alle autorità italiane, chiedendo immediatamente la revisione delle politiche e delle regole per i salvataggi in mare, alla luce delle numerose vite che il Mediterraneo ha strappato prematuramente. Un appello che mira alla collaborazione e al rispetto dei diritti umani.
Un lungo appello, ma anche un rapporto dettagliato di quello che è successo nel Mar Mediterraneo nelle ultime settimane, a partire da due episodi tragici che purtroppo rimarranno nella memoria collettiva: il naufragio del 26 febbraio al largo della spiaggia di Cutro, in Calabria, e quello dell’11 marzo, avvenuto a pochi chilometri dalla costa libica.
Amnesty International ha voluto rivolgere una richiesta chiara ed esplicita alle autorità italiane: rivedere le regole e le modalità dei salvataggi in mare, perché le tante vite strappate prematuramente dal Mar Mediterraneo richiedono revisione della “legislazione, delle politiche e delle pratiche, che minano l’integrità del sistema di ricerca e di soccorso”.
Amnesty International: l’appello all’Italia
Ormai, secondo Amnesty Internation, il sistema di ricerca e soccorso è stato minato alla base, da un lato per il tentativo dell’Italia di concentrarsi sempre di più su regole e leggi orientate a garantire la sicurezza piuttosto che il salvataggio delle vite dei migranti, e dall’altro per i continui contatti tra Europa e Libia per bloccare le partenze, invece di aiutare chi deve fuggire.
Ecco perché Amnesty International, riportando nel dettaglio quanto avvenuto in mare nelle ultime settimane, ha specificato cosa dovrebbe fare l’Italia per aiutare i migranti:
L’Italia dovrebbe creare percorsi sicuri e regolari per le persone che cercano protezione o che desiderano spostarsi dal proprio paese, consentendo un aumento significativo del numero di ingressi regolari.
Non solo, l’ONG ha messo in evidenza una serie di altre azioni, necessarie viste le continue tragedie che stanno avvenendo nel Mar Mediterraneo, a cui le autorità italiane dovrebbero pensare:
- garantire la sorveglianza del Mediterraneo con un numero sufficiente di navi che possano soccorrere i migranti in caso di emergenza
- ritirare le misure normative che sono un ostacolo concreto all’operato delle navi ONG (su tutte, quella dell’assegnazione dei “porti lontani” e quella che impone il possesso di requisiti aggiuntivi per le navi delle ONG)
- mettere fine alla “criminalizzazione” e alla “vessazione” nei confronti degli operatori delle ONG in mare