ONG in mare, aumentano le restrizioni: approvato il nuovo decreto
Nuove restrizioni e nuove regole da seguire per le ONG che operano in mare nel salvataggio dei migranti. Nonostante gli appelli delle associazioni e nonostante le lettere arrivate anche dall’ambito europeo, il governo italiano ha approvato un nuovo decreto che pone le ONG in una nuova situazione di monitoraggio: cosa succederà d’ora in poi?
Primo passaggio in parlamento per il decreto che rende ancora più stringenti le regole di comportamento per le ONG che operano in mare. Nonostante l’appello dell’Unione Europea, che aveva chiesto all’Italia di rispettare il diritto internazionale e nonostante la lettera sottoscritta da diversi parlamentari tedeschi come appello al governo italiano, il decreto che impone nuove restrizioni per le ONG è stato approvato.
187 i voti favorevoli da parte della Camera, con il testo del decreto che ora è pronto a passare all’esame del Senato. Ma cosa cambia effettivamente per le ONG che operano quotidianamente nel Mar Mediterraneo? Vediamo insieme cosa prevede la nuova legge.
ONG: cosa cambia con il nuovo decreto
Stando a quanto riportato nel decreto che sta passando in esame, le ONG devono rispettare le seguenti regole:
- raccogliere tempestivamente le intenzioni dei migranti che vogliono richiedere la protezione in ambito internazionale
- subito dopo aver effettuato il salvataggio, richiedere nel più breve tempo possibile l’assegnazione di un porto di sbarco
- raggiungere il porto assegnato “senza ritardi”
- essere in possesso di tutte le autorizzazioni da parte dello Stato di bandiera e tutti i requisiti tecnico-nautici richiesti per la navigazione nelle acque territoriali.
In caso del mancato rispetto delle norme si prevedono multe che possono partire da 10mila euro e arrivare a 50mila euro. A rispondere saranno poi l’armatore e il proprietario della nave, con il Prefetto della provincia in cui è avvenuto lo sbarco che avrà il compito di proseguire le indagini.