ONG hanno scopo di lucro? L’inchiesta di Milena Gabanelli

Secondo quanto riportato da Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, dietro l’attività apparentemente senza scopo di lucro di alcune Ong che operano nell’ambito dell’Unione Europea, si nasconderebbe invece un’attività di lobbying. I controlli sulla trasparenza delle attività delle Organizzazioni no profit sarebbe molto scarsi, tanto da aver ormai costituito un vero e proprio sistema. 

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Milena Gabanelli, in un’analisi pubblicata sul Corriere della Sera, ha messo in evidenza una situazione che si sta verificando ormai in maniera strutturale nel contesto dell’Unione Europea. Secondo quanto riportato, sarebbero circa 161 le organizzazioni no profit italiane che sarebbero state inserite nel Registro per la trasparenza, formato proprio per cercare di capire quali sono gli incontri organizzati a Bruxelles e con quale argomento all’ordine del giorno.

In questo caso, quindi, ci sarebbero alcune organizzazioni no profit, che in realtà sarebbero poco controllate. Per iscriversi al Registro, infatti, basta un’autodichiarazione, in cui si attesta che la principale attività non è orientata a scopo di lucro. Per il resto, non ci sarebbero particolari attenzioni sulle attività davvero svolte dalle Ong che si registrano.

ONG nel mirino: con o senza scopo di lucro?

Stando a quanto pubblicato da Milena Gabanelli, ci sarebbero circa 14 ONG che lavorerebbero con altre finalità di lucro rispetto a quelle che sono state dichiarate. A rafforzare la tesi sostenuta sul Corriere della Sera ci sono le recenti indagini sul Qatargate. Basti pensare alle ONG “No peace without justice” e “Fight impunity”, che sono finite al centro delle indagini proprio per le tangenti ricevute dal Qatar per fare pressione e migliore l’immagine del paese in occasione dei Mondiali di Calcio. 

Milena Gabanelli ha cercato di fare luce sulle motivazioni che spingono le ONG a celarsi dietro attività senza scopo di lucro quando in realtà perseguono tutt’altre finalità:

Collocandosi all’interno di un mondo portatore di interessi collettivi e sociali è più facile avere presa sull’interlocutore istituzionale.