Le navi ONG “sono utili”: le dichiarazioni della Guardia Costiera
L’apporto delle navi ONG nei salvataggi nel Mar Mediterraneo è fondamentale. Un concetto che era già stato espresso diverse volte durante gli ultimi anni, ma che ora trova un una conferma importante da parte della Guardia Costiera, nell’audizione che si è tenuta oggi alla Camera.
La Guardia Costiera italiana certifica l’importanza dell’impegno delle navi ONG nel Mar Mediterraneo. Questo è quanto emerge dall’audizione che si è tenuta oggi alla Camera e che mira a far luce sugli interventi di salvataggio dei migranti che sono avvenuti al largo della Libia.
Considerando in particolar modo il numero delle partenze dei migranti dalle coste della Libia, si è certificato che non ci sono assolutamente collegamenti né aumenti rispetto al numero di navi ONG che circolano di fronte a quei territori: un dato assolutamente importante per cercare di opporsi alla narrazione secondo cui le organizzazioni non governative funzionerebbero come polo di attrazione per chi cerca di effettuare la traversata verso i paesi dell’Europa.
Non solo, secondo i dati emersi dalle analisi sui salvataggi in mare, le ONG avrebbero portato in salvo solo il 12% di tutti i migranti che sono poi effettivamente approdati in Italia e messi in salvo dalle altre strutture preposte ad effettuare i salvataggi in mare, come per l’appunto la Guardia Costiera.
ONG promosse dalla Guardia Costiera
Secondo quanto dichiarato dal Contrammiraglio Giuseppe Aulicino, le navi ONG svolgono un ruolo fondamentale nel Mar Mediterraneo come utilità rispetto ai salvataggi dei migranti: “sono unità che possono prestare soccorso, pertanto sono utili, così come i mercantili e supply vessels”.
Importante il supporto delle navi ONG soprattutto per quei migranti che si mettono in viaggio dalle coste della Tripolitania. Situazioni di emergenza, come spiegato direttamente dal Contrammiraglio: “Il flusso è costante, vengono utilizzate barche in legno costruite in Libia o con gommoni poco attrezzati, con un numero di persone che a volte arriva a sfiorare o superare le 100 persone a bordo”. Ed è proprio su questa tratta che si inserisce il supporto delle ONG.