Afghanistan: aumentano le ONG costrette a ritirarsi

In Afghanistan dopo che i Talebani hanno vietato alle ONG di assumere donne, Save the Children, il Consiglio norvegese per i rifugiati e Care International si sono trovate costrette a sospendere le attività; ora anche altre due non profit hanno dovuto lasciate il Paese.

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Alcune figure interne a note ONG che operano in Afghanistan sono state accusate dai Talebani di non indossare correttamente il velo. Il governo talebano ha dunque reagito vietando alle donne di prendere parte a qualsiasi attività delle ONG nel Paese. La recente lettera del ministro dell’Economia Qari Din Mohammed Hanif specifica inoltre che seguirà la revoca della licenza operativa in Afghanistan per qualsiasi ONG che non si adegui alla nuova regola.

Appena diffusa la notizia, tre note ONG si sono trovate in serie difficoltà e hanno dovuto annunciare la sospensione delle attività in Afghanistan. Poco dopo, si sono aggiunte altre due ONG e anche altri enti potrebbero presto trovarsi costretti ad abbandonare i progetti in atto nel Paese.

Dopo il nuovo divieto, altre due ONG lasciano l’Afghanistan

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Le ONG in Afghanistan non possono più assumere donne e con lo staff dimezzato e senza l’importante collaborazione delle operatrici molte non profit non riusciranno a raggiungere persone in difficoltà.

Sono infatti molte e di grande importanza le figure femminili che operano per le ONG nel Pese e non poterle più assumere già causa e causerà grandi difficoltà operative.

Anche il direttore della sezione afgana del Consiglio norvegese per i rifugiati, ONG che conta circa 470 operatori in Afghanistan, ha sottolineato l’importanza dello staff femminile per diverse missioni umanitarie nel Paese:

Abbiamo rispettato tutte le norme culturali. Il nostro staff femminile è essenziale per raggiungere le donne che hanno bisogno di assistenza.

Per quanto Neil Turner precisi che nessuna norma sia stata infranta, la decisione di ufficializzare il nuovo divieto è stata presa e alle donne non è più permesso  fare parte delle ONG straniere.

Dopo il divieto Save the Children, il Consiglio norvegese per i rifugiati e Care International hanno dovuto abbandonare l’attività svolta nel Paese e poche ore dopo, anche altri due enti hanno preso la stessa direzione.

Si tratta dell’International Rescue Committee, impegnata nei settori della sanità e dell’istruzione e che impiega circa 3.000 donne in tutto l’Afghanistan e di Christian Aid, ente di beneficenza britannico.