ONG, Geo Barents sfida il decreto: effettuati tre soccorsi
Dopo la decisione del governo Meloni, che ha deciso di stilare un codice di condotta per le navi ONG che operano nel Mediterraneo, stabilendo norme e regole da rispettare, si infiamma lo scontro con la Geo Barents. La nave ONG di Medici senza Frontiere si è trovata a dover effettuare un triplo salvataggio nella giornata di ieri, infrangendo così formalmente le regole.
Un triplo salvataggio in mare – reso necessario dalle condizioni dei naufraghi – effettuato nelle scorse dalla ONG Geo Barents ha riacceso lo scontro tra le organizzazioni che operano quotidianamente nel Mar Mediterraneo, e il governo italiano. Dopo l’approvazione del codice di condotta per le ONG, che devono effettuare un solo salvataggio alla volta e che devono attendere l’assegnazione del porto più vicino da parte delle autorità italiane, questo episodio riaccende la luce su una questione sempre molto dibattuta.
Secondo quanto riportato da Medici senza Frontiere, la ONG Geo Barents ha agito rispettando le norme del codice marittimo, ma è innegabile che con il triplo salvataggio si sia trovata a infrangere – almeno nella forma – il codice di comportamento approvato dal governo italiano.
Geo Barents: il salvataggio contro il codice di condotta
Dopo aver effettuato un primo salvataggio, con 69 migranti che erano al largo di Tripoli, la Geo Barents è stata assegnata al porto di La Spezia, molto lontano dal punto in cui è avvenuto l’intervento. Durante la navigazione verso il porto indicato, il personale ha ricevuto un messaggio di allerta per un possibile naufragio.
Seguendo il diritto internazionale, che obbliga ad assistere le persone che si trovano in mare in pericolo di vita, la Geo Barents è intervenuta portando a bordo altre 61 persone. Poi, nel pomeriggio, è stata impiegata in un ulteriore manovra di salvataggio, che ha portato altre 107 persone sulla nave ONG, dato che stavano cercando di compiere la traversata su un gommone che era chiaramente sovraffollato.
All’arrivo al porto assegnato, bisognerà capire se l’ONG ha rispettato le norme vigenti, altrimenti il comandante rischia una multa che può andare da 10mila a 50mila euro, oltre al fermo per due mesi della nave.