Dl ONG: l’Europa “placa” le proteste delle organizzazioni
Da quando è stato approvato il cosiddetto “decreto ONG” molte organizzazioni si sono schierate contro il governo e la scelta di porre regole più “ferree” per controllare l’azione delle navi umanitarie. Dopo che in molti hanno alzato la voce, giunge il parere della Commissione Europea.
Sono giorni che si parla del decreto immigrazione approvato definitivamente i primi di gennaio dopo la firma del presidente della Repubblica di Sergio Mattarella e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Il cosiddetto “Dl ONG” che limita l’azione delle navi umanitarie è stato reputato – e non solo dalle organizzazioni non profit – inutilmente limitante: le imbarcazioni delle ONG che si occupano di soccorrere persone dovranno seguire nuove regole e nel caso queste vengano violate, potrebbero essere applicate severe sanzioni e confische. Allora, le ONG non hanno tardato a reagire ed è nata una protesta congiunta contro l’introduzione del nuovo codice di condotta. Ora, è giunta la reazione della Commissione Ue.
L’UE risponde alla protesta congiunta delle ONG contro il “codice di condotta”
Le ONG hanno fatto sentire la loro voce contro il nuovo decreto specialmente dopo la firma di Sergio Mattarella; in un nota congiunta diffusa dalle ONG, si apprende quale sia il pensiero condiviso sul decreto, che:
Contraddice i diritti internazionali del mare, umani ed europei, e dovrebbe quindi innescare una forte reazione”. Gli Stati membri dell’Europa, hanno tentato per anni di ostacolare attività civili di Sar attraverso la diffamazione, le vessazioni amministrative e la criminalizzazione delle ong e attivisti. Dal 2014, le navi di soccorso civile stanno colmando il vuoto che gli Stati europei hanno deliberatamente lasciato dopo aver interrotto le loro operazioni Sar guidate dallo Stato,
Hanno messo nero su bianco le organizzazioni non governative; in tutta risposta dalla Commissione Europea ha ricordato come tutti i Paesi membri debbano “Rispettare la legge internazionale e la legge del mare”. Ancora, non è il ruolo dell’Unione Europea quello di “Guardare nello specifico il contenuto di questo decreto”. Comunque la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper non dimentica che salvare vite in mare non solo sia “Un obbligo morale”, ma anche legale.