Save The Children, intervento sospeso in Afghanistan: i numeri
In seguito al divieto emanato dalle autorità afghane che impedisce alle donne del paese di lavorare, sono diverse le Ong che si sono viste costrette ad interrompere le operazioni e le attività sul territorio, dove contavano principalmente sul personale femminile. Tra queste anche Save The Children, che ha diramato un comunicato con i numeri di quanto fatto in Afghanistan fino a questo momento.
Tra le Ong che hanno dovuto interrompere le loro operazioni in Afghanistan – a causa del divieto del governo locale che ha negato la possibilità di lavorare alle donne – c’è anche Save The Children. Con un comunicato ufficiale diramato sul proprio sito ufficiale, l’Ong ha spiegato che è impossibile continuare a lavorare senza le giuste garanzie per il personale femminile impiegato sia in prima linea sia nelle attività di ufficio.
Una decisione sicuramente complicata, ma che Save The Children non ha potuto evitare dopo le imposizioni dei Talebani. “Il personale femminile è al centro del lavoro di Save The Children: sono i nostri medici, ostetriche, infermiere, sono le nostre operatrici, consulenti e insegnanti”, ha dichiarato uno dei portavoce dell’Ong, spiegando perché hanno dovuto interrompere l’attività in Afghanistan.
Save The Children: le attività in Afghanistan
Per dare un’idea di quanto il personale femminile sia fondamentale per Save The Children, l’Ong ha pubblicato alcuni numeri che raccontano quello che è stato fatto fino ad oggi in Afghanistan a partire dal 1976. Sono 2.490 le donne impiegate – tra personale e operatrici comunitarie – su un totale di 5.700 persone che lavorano per Save The Children (quindi circa la metà è rappresentata da donne).
I numeri sono ancora più impressionanti se si considerano le persone che necessitano di aiuto e supporto e che sono state inserite nei programmi di attività di Save The Children: 14 milioni di bambini che hanno bisogno di aiuti umanitari, 73.000 bambini malnutriti, 130.514 le famiglie a cui è stata portata assistenza.
Senza il supporto del personale femminile, però, tutto questo rischia di fermarsi:
Il nostro personale femminile ci consente di accedere a donne e bambini. La maggior parte delle donne in Afghanistan può vedere operatori sanitari di sesso femminile, e le bambine possono essere istruite solo da insegnanti di sesso femminile. Se il personale femminile viene eliminato dalla forza lavoro delle ONG in Afghanistan non saremo più in grado di fornire servizi salvavita a donne e bambini.