Delmastro duro con le ONG: “Basta taxi del mare”
Nel giorno in cui si attende la stretta decisiva del governo sulle Ong, con l’arrivo in aula del decreto sicurezza, è il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, a spiegare le motivazioni che hanno spinto a pensare a norme precise per chi opera nel Mediterraneo.
Sta per arrivare un codice di condotta per le Ong che operano nel Mediterraneo ed è atteso proprio in questi giorni in aula insieme al decreto sicurezza del Governo Meloni, che dovrebbe introdurre anche misure più stringenti per prevenire gli episodi di femminicidio e le violenze portate dalle baby gang.
Per le Ong si tratta di una vera e propria stretta nel raggio delle attività di salvataggio, con l’obbligo di chiedere subito alla Guardia Costiera di attraccare al porto più vicino, senza effettuare altri salvataggi dopo aver caricato a bordo i migranti, e di avviare le pratiche di accoglienza e di richiesta di asilo dei tratti in salvo proprio all’interno della nave.
A spiegare i motivi che hanno spinto il Governo a seguire questa rotta è stato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, intervistato dal Corriere della Sera.
Andrea Delmastro: il codice di condotta delle Ong
Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d’Italia, ha spiegato che le misure contenute nel decreto sicurezza erano state previste già dal programma elettorale e la maggioranza non ha intenzione di tirarsi indietro rispetto a quanto dichiarato. A proposito del codice di comportamento per le Ong, poi, il sottosegretario ha utilizzato parole dure:
A proposito dei salvataggi in mare, se si incappa in un naufrago lo si porta immediatamente nel porto più vicino. altrimenti vorrebbe dire istituzionalizzare i taxi del mare. Quindi le Ong devono dotarsi di un codice di condotta che registri un salvataggio, lo comunichi alle autorità, non ne attenda altri a gogo, e vada subito a sbarcare il migrante.
L’intento è quello di escludere modalità che, secondo Delmastro, potrebbero portare al “traffico di uomini”.