Tragedia annunciata nel Mediterraneo: ONG accusano l’Italia
Era una tragedia annunciata dalle ONG che avevano lanciato l’allarme nelle ultime 24 ore e ieri sera si è verificata. Il barcone al largo della Libia con 47 migranti a bordo, si è rovesciato, facendo numerose vittime. Inevitabile la denuncia delle ONG, che accusano l’Italia di non aver prestato soccorso in modo tempestivo.
Nella giornata di ieri Alarm Phone – l’ONG che segnala le emergenze nel Mar Mediterraneo grazie ad un numero SOS che può essere contattato dai migranti in situazioni di pericolo – aveva ribadito la necessità di intervenire per salvare il barcone al largo della Libia, con 47 migranti a bordo. Le condizioni meteorologiche avverse e le richieste d’aiuto lanciate dai migranti non potevano non essere ascoltate.
Ancora una volta, però, nonostante gli appelli e gli allarmi lanciati, si è verificata una tragedia nel Mar Mediterraneo. Ieri sera il barcone si è rovesciato, 17 migranti sono stati tratti in salvo mentre gli altri 30 al momento risultano dispersi. Per le ONG non c’è molto da spiegare: i migranti sono annegati in mare.
ONG contro l’Italia: non li ha soccorsi
Sea Watch e Alarm Phone, le ONG che hanno seguito da vicino la vicenda, e che hanno ripetutamente chiesto l’intervento della Guardia Costiera italiana nelle ultime 24 ore, sono passate all’attacco. Secondo gli operatori umanitari questa era una tragedia annunciata, e in quanto tale poteva essere evitata.
“Le autorità hanno deliberatamente ritardato i soccorsi”, questo il racconto di Alarm Phone, che ha dichiarato che i migranti sono stati lasciati morire. Simile il tono delle dichiarazioni anche di Sea Watch, che ha riferito come le autorità di Tripoli abbiano opposto un netto rifiuto al coordinamento dell’intervento di salvataggio:
Abbiamo chiamato il centro di Coordinamento di Roma e chiesto chi, a quel punto, avrebbe coordinato i soccorsi. Il funzionario ha riattaccato.
La replica della Guardia Costiera italiana è stata chiara: le autorità libiche e maltesi, più vicine al barcone, si sono rifiutate di intervenire. A quel punto la Guardia Costiera ha mandato un messaggio di emergenza alle navi in transito, intervenendo al di fuori della zona di sua competenza. Purtroppo, però, la tragedia non è stata evitata.