Georgia: ritirata la legge che mette a rischio la libertà d’espressione e il non profit

Media e ONG sono state seriamente minacciate dalla legge che, in Georgia, avrebbe potuto essere definitivamente approvata. La maggioranza ha però ritirato la legge in seguito ad accese manifestazioni.

georgia proteste

Abbiamo già trattato della legge che minacciava la libertà d’espressione e il mondo delle ONG in Georgia e che non appena giunta in Parlamento (il 7 marzo) ha accesso i cittadini che hanno immediatamente protestato purché la legge non venisse approvata.

Manifestazioni che hanno visto scontri violenti, feriti e arresti. Chi è sceso in strada ha infatti fin da subito compreso quanto la legge fosse rischiosa innanzitutto per la libertà, poi perché avrebbe messo seriamente a rischio la possibilità della Georgia di entrare a far parte dell’Unione Europea.

Il progetto di legge sugli “agenti stranieri” tra l’altro modellata sulla normativa in vigore in Russia, conteneva diversi punti controversi, tra i quali alcune norme molto restrittive sull’azione e la libertà d’espressione sia dei media del Paese che delle Organizzazioni Non Governative. 

Dopo le proteste che hanno reso la città di Tiblisi, capitale della Georgia, triste palcoscenico di violenze, giunge la notizia che il partito alla maggioranza avrebbe optato per un dietro-front. 

La legge di ispirazione Russa non passerà in Georgia

georgia

Il partito al potere in Georgia ritirerà la legge che ha scatenato proteste e malcontento in Georgia. Dopo due notti di violenze e disordine, il partito ’Sogno georgiano’ e i suoi alleati hanno ufficialmente annunciato che ritireranno la proposta di legge viste le “divisioni nella società” che sono seguite dal momenti della proposta, avvenuta il 7 marzo scorso.

La proposta di legge di ispirazione Russa avrebbe costretto ONG e media che incassano almeno il 20% dei propri fondi dall’estero a registrarsi come “agenti stranieri”; ciò avrebbe limitato sensibilmente la libertà e messo a rischio l’azione delle realtà citate: basti guardare ciò che accadde con la “stessa” legge russa che nel 2012, aveva permesso di reprimere dissidenti e media indipendenti.

Una buona notizia dunque per la libertà dei georgiani e per il mondo del non profit nel Paese, che tra l’altro avrebbe rischiato di non avere più i “requisiti” per far parte dell’Unione Europea vista la natura della legge, tanto restrittiva per la libertà d’espressione invece fondamentale per l’Europa.