Tragedia nel Mediterraneo: naufragio di migranti a Cutro
Mentre si continua a discutere del decreto sicurezza emanato dal governo Meloni che impone nuove regole di comportamento alle navi ONG che si muovono nel Mar Mediterraneo, arriva una tragica notizia che riguarda un barcone di migranti naufragato al largo delle coste italiane. Secondo una prima ricostruzione, si temono più di 100 vittime.
Non ci sono ancora notizie ufficiali su quanto accaduto al largo delle coste di Cutro, in Calabria, ma la situazione è apparsa subito tragica. Un barcone – con a bordo un numero imprecisato di migranti che si erano messi in viaggio nel Mar Mediterraneo probabilmente partendo dall’Africa – si è spezzato in mare, portando a fondo più di 100 persone.
Al momento i soccorsi non sono ancora in grado di dire quante sono le vittime accertate: 80 sono i migranti sopravvissuti, di cui una ventina sono stati già trasportati al Pronto Soccorso di Crotone. Stando ai loro racconti, a bordo del barcone andato in pezzi ci sarebbero state quasi duecento persone, mentre altri riportano numeri ancora più elevati – 250 i migranti in viaggio secondo altre fonti.
Migranti: tragedia nel Mediterraneo
I soccorsi della Guardia Costiera si sono subito messi in moto per riuscire a trarre in salvo quante più vite possibile. Al momento, però, sono già 80 le vittime che sono state recuperate in mare e altre 43 persone sono state portate a riva prive di vita. Stando alle prime informazioni pervenute da chi ha operato sul posto per i primi soccorsi, sono tante le donne e i bambini che sono rimasti vittime di questa immane tragedia.
Al momento si continuano le operazioni di ricerca e salvataggio in mare, per provare a recuperare eventuali superstiti. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuto sulla vicenda, ricordando i tentativi del governo per fermare il traffico dei migranti nel Mar Mediterraneo:
Profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. Il governo è impegnato a impedire le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, innanzitutto esigendo il massimo della collaborazione dagli Stati di partenza e di provenienza.